La loro storia parte dall’antico Egitto, dove nascono per esigenze di
lavoro, per evitare il contatto con il pavimento sporco delle botteghe. In
Grecia, raggiungono altezze anche di 15 centimetri, mentre in Giappone si declinano nei geta, i popolari sandali
rialzati, indossati da geishe e lottatori di sumo. Ma è il Novecento che, con i
suoi esuberanti decenni, definisce il paradigma delle zeppe, che in Italia
diventano cult già nel 1938, grazie a Salvatore Ferragamo. Lo stilista, da
avveniristico pigmalione, forgia veri feticci, avanguardisti perché ancora oggi
attuali. Sono, ad esempio, espressione del suo genio visionario le scarpe
multicolor ideate per Judy Garland o i sandali invisibili, inimitabili e
applauditissimi perché molto più vicini a un prodotto ingegneristico, che a un
accessorio di moda. Dopo la stagione d’oro, tra fantasie provenzali e altezze
moderate, tra Carmen Miranda e Sophia Loren, Jean Seberg e
Claudia Cardinale, negli anni 70 le zeppe stabiliscono il loro
rapporto inestricabile con il mondo della musica. Con l’avvento della disco
music diventano esagerate, arricchendosi di fluorescenze e bagliori inediti.
Paillettes e materiali tecnici servono a rievocare quel mood spaziale che fa
sognare la luna.
·
Sono i tempi di Tony Manero e dello Studio 54,
quel posto magico, punto di contatto tra mondi paralleli, dove tutto può
succedere. Dove può accadere di incontrare Chuck Berry e Keith Richards,
assistere a uno degli show di Bianca Jagger, o vedere Rod Stewart, Elton John,
Donna Summer e Cher ballare, mentre Nicky Siano è ai piatti. È il 1972 quando
Ziggy Stardust atterra sul nostro pianeta, portando con sé tute rivestite di
paillettes dai colori lisergici, trucco da pirata spaziale, mullet rosso e dei
magnifici moon-boots reinterpretati in chiave psichedelica. E dopo anni
sfrenati, la febbre del sabato sera cede il passo agli anni 80, combattute tra
rigore dark che le vede rigorosamente di pelle nera. In pieno stile camp,
emergono i New York Dolls, rock band che non
conosce le mezze misure e ama indossare pantaloni leopardati ed eclatanti
zeppe. Saranno proprio loro ad aprire la strada all’olimpo delle rockstar
scintillanti dai Kiss a Marc Bolan, passando per i Sweet e Gary Glitter.
Arrivano i 90 e le zeppe vengono riproposte sulle classiche oxford shoes o in
versione buffalo, le scarpe (davvero poco eleganti) che annoverano tra i
testimonial i componenti di girl e boyband, Spice Girls in
primis. Le zeppe sono versatili e sempre seducenti: il marchio Alexander McQueen le ha rese, nel corso degli
anni, gli “orologi molli” del mondo della moda, sovvertendo tutte le regole
prescritte.
Prada, nelle ultime stagioni, ripercorre la loro storia,
inserendo elementi di rottura (strisce color blu elettrico, tagli nella base e
asimmetrie), mentre i nuovi talenti, come la danese Camilla Skovgaard, coniugano femminilità e linee dure.
Ma, a volte, si avverte il bisogno di ritornare alle origini, alla tradizione.
Le classiche zeppe in corda e sughero vengono
oggi riproposte da numerose case di moda, da Miu Miu a Dolce & Gabbana, per sognare una promenade in Costa
Azzura con, in sottofondo, una canzone di Serge Gainsbourg.
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