mercoledì 14 maggio 2014

GUCCI, UN UOMO E LA SUA MAISON

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         GUCCIO GUCCI, nato nel 1881, nutriva il desiderio di unire le sapienti maestranze artigiane italiane a quella visione sofisticata e tipicamente inglese del lusso che aveva potuto apprezzare durante il suo impiego al Savoy Hotel di Londra. Dopo aver lavorato per la Ditta Franzi di Milano, fondò nel 1921 a Firenze un’azienda di prodotti in pelle con negozio di valigeria. Negli anni 30, i suoi guanti, le cinture, le valigie e i bauli erano il souvenir d’Italie esclusivo e ideale per le ladies del bel mondo internazionale. Gli articoli da equitazione, dai quali nei 50 riprese gli elementi iconici del morsetto e della staffa, rappresentavano il giusto mix tra accuratezza dei particolari e squisita fattura. Passati indenni gli anni autarchici della dittatura fascista, quando la produzione Gucci dovette ripiegare su canapa, sulla quale era tessuto il motivo a diamante, iuta e lino, il marchio evidenziò una forte ascesa, tanto che nel 1938 fu inaugurata la boutique romana in Via Condotti.
·         Nella penuria di materiali del dopoguerra, nacque nel 1947 una borsa iconica per Gucci, la BAMBOO, dal manico di omonimo materiale imbrunito e ripiegato, con chiusura uguale. Nel frattempo, il marchio era divenuto sinonimo di lusso e qualità, la griffe ebbe successo anche oltreoceano, quando oltre a Milano fu aperto il primo negozio a New York. Nello stesso periodo, i Fifties, venne elaborata la trama a righe verdi-rosse-verdi e, successivamente, anche blu-rosso-blu, in cotone o lana, ispirata ai sottopancia delle selle. Dopo la morte del fondatore nel 1953, le redini del marchio passarono ai figli Aldo, Vasco, Ugo e Rodolfo che contribuirono intensamente allo sviluppo della casa di moda. Crescevano le boutique Gucci nel mondo: Londra, Palm Beach, Parigi e Beverly Hills, poi Chicago e l’oriente a partire dagli anni 70. Iniziava quel connubio tra il mondo del jet set internazionale e la maison, che avrebbe decretato alcuni accessori Gucci come icone dei nostri tempi. Jackie Kennedy era solita usare un modello di borsa a tracolla con chiusura a morsetto e trama centrale, da allora meglio conosciuto come “Jackie O”.Audrey Hepburn, Maria Callas e la Duchessa di Windsor portavano prodotti Gucci, mentre Elisabeth Taylor o Samuel Beckett prediligevano la borsa unisex “Hobo”.
·         Appartiene alla metà degli anni 60 l’iconico simbolo delle due G incrociate, utilizzato per la chiusura delle borse e poi, a monogramma, su una tela di cotone chiamata GG Canvas. Negli anni 70 avvenne lo sviluppo del prêt-à-porter, favorito dall’apertura di una grande fabbrica a Scandicci. Camicie di seta su cui era stampato il logo delle due G o con motivo Gucci rosso e blu incrociato all’horsebit. Mentre giacche con bottoni logo o preziosi soprabiti in rettile erano il must have della maison. Nel 1981 Gucci mise in scena la sua prima sfilata di moda a Firenze, e l’anno dopo la guida della casa passò a Maurizio, figlio di Rodolfo. Intanto, un altro pezzo cult, il mocassino  con il morsetto, il classico loafer, venne inserito nella collezione permanente del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York. Dopo la cessione nel 1993 del suo pacchetto azionario alla società anglo-araba Investcorp, Maurizio esce dall'azienda che, dopo la quotazione in borsa nel 1995, per le sue performance viene premiata come migliore società europea nel 1998. Nella seconda metà degli anni Novanta, il lustro della griffe è ritrovato grazie al binomio Domenico De Sole – Tom Ford. Il primo, amministratore delegato dal 1995, il secondo diventa direttore creativo Gucci nel 1994, dopo essersi occupato della linea femminile.
·         Già punto di riferimento nella pelletteria di lusso, la griffe si afferma nel mondo del ready to wear, divenendo un colosso della moda con boutique in tutto il mondo, e prima public company italiana quotata a New York e Amsterdam. Se i motivi del morso e della staffa, il manico in bambù e le righe “web” sono evocative della griffe Gucci, con Tom Ford inizia la figura del direttore creativo come nuova star delle maison di moda. Nella seconda metà degli anni 90 la sensualità femminile è sinonimo di uno stile audace: la donna del nuovo millennio, impersonata da top come Rie Rasmussen, ha un’aura da “it girl” nelle patinate campagne pubblicitarie firmate da Mario Testino. Tom Ford è promotore dello sportswear chic: i suoi capi ideali prevedono la pelle, gli intarsi metallici, le gonne a tubo avvolgenti, i tacchi a spillo o dei micro-abiti neri in jersey di seta. Sul finire degli anni 90, Ford si pone come fautore di un revival anni 70, un genere hippy chic di lusso dai tocchi casual. Jeans sdruciti e laceri ricamati con perline, abbinati a zoccoli in legno e cuoio. Per l’ai-1999, in scena il velluto increspato, voluminose pellicce e mini top in pelle nera. Sempre nello stesso anno, Gucci diviene un gruppo multibrand di lusso, attraverso un’alleanza strategica con Pinault-Printemps-Redoute.
·         Nel 2002, il traguardo dello store on-line, precursore dell’odierna digital boutique Gucci. Per l’estate 2003, le gambe sono l’elemento focale della collezione di Ford: ultra minigonne sotto giacche sciancrate o morbidi capispalla destrutturati, in un gioco di accostamenti tra nero, marrone e grigio perla dai cangianti riflessi. Ancora, micro tubini di seta arricciata a stampa floreale e ampie bluse a kimono portate su slip in pizzo trasparente. Nello stesso periodo il designer rielabora la borsa Bamboo, dalle dimensioni notevolmente maggiorate e rilancia il sandalo dai tacchi vertiginosi, in pelle argentata. Nel 2004, nuovo direttore creativo della maison Gucci è Alessandra Facchinetti, sostituita, dopo solo un anno da Frida Giannini, dal 2002 designer per le borse e dal 2004 del settore accessori. Nel 2006 la direzione creativa del marchio passa alla designer romana, classe 1972: oltre al prêt-à-porter donna e quello uomo - dopo la parentesi di John Ray - la stilista si occupa della linea Première, nata nel 2010 per esaudire con creazioni esclusive i desideri delle star, la linea di fragranze, quella accessori e l’haute joaillerie.
·         L'eclettica Frida Giannini riflette e filtra lo stile come un prisma la luce. Curiosità e carattere sono i suoi tratti distintivi, necessari per confrontarsi, stagione dopo stagione, con il prezioso bagaglio stilistico e culturale della griffe Gucci. Con lei la maison abbraccia un programma di iniziative eco-friendly e benefiche, come la collezione di accessori per l’Unicef e lancia una linea per bambini, con testimonial come Jennifer Lopez, Marc Anthonye i loro figli. Come amava dire Aldo Gucci, “la qualità si ricorda nel tempo”. Dagli archivi, la designer riscopre alcuni elementi che hanno reso la griffe un fashion-cult. Per esempio, ilmotivo Diamante, inutilizzato dopo gli anni 50, la fantasia Flora – dal foulard ideato perGrace Kelly nel 1967 da Rodolfo Gucci e Accornero - la borsa Jackie, la Gucci 1973 o la stampa a caldo “Guccissima”. Ancora, la New Bamboo, dalla omonima borsa, che ci ricorda Vanessa Redgrave in Blow Up di Antonioni del 1966. Nell'estate 2009 riappare la viaggiatrice di lusso con sahariane in pelle, colorati tailleur in lino, bermuda da chic safari e fluttuanti caftani in chiffon per la sera. Optical per bluse effetto righe o pois, portate su leggings in pelle con cinture elastiche o su attillati pant mens's style.
·         Il nero domina nella collezione per l’ai- 2009/10, per blazer doppiopetto smanicati o rivisitate giacche strutturate su mini in pelle. Stampe caleidoscopiche effetto speculare per attillati e colorati micro-tubini, giochi di tagli al laser per abiti bandage o tubini in pelle o lunghi abiti in chiffon. Skinny pants e giacche di pelle avvitate, in una palette di soli bianchi, nero e grigio, per la pe-2010. Cappotti dritti, completi con pantalone affusolato e i tubini di pelle con paillettes o seta stampata in toni neutri; tagli geometrici e netti è la collezione ai-2010/11, molto grafica e sartoriale. Il pizzo è chiamato a contrastare lo stile maschile, mentre la tradizione della maison si afferma con il metallo e l’oro dei polsini e dei collari o inseriti negli abiti. Vivace, ironica e preziosa è la collezione per l’estate 2011. La "snaffle bit bag" si abbina a cocktail dresses con piume di marabou e paillette dappertutto. Forti blocchi di colore per pantaloni harem alla caviglia, blazer e bolerini in una sublimazione della vita alta con ampie cinture metalliche. Glamour dai richiami Seventies e accenti da noir anni 40 è l’animo della collezione per l'ai-2011/12.
·         Ricche nuances di verde, rosso e giallo per gli abiti e i cappotti con cintura in vita che si sposano a gonne fluide lunghe al ginocchio dalla silhouette svasata, a tubo o leggermente in sbieco. Cappotti di montone con bordi di pelo a contrasto e giacche voluminose di pelliccia si abbinano a cappelli a tesa larga e stole di volpe. Per la sera domina il lungo e lo chiffon, avvolto in un florilège. Per la pe-2012 Frida Giannini immagina una donna in stile Art Déco, uscita dai ritratti di Man Ray o Nancy Cunard. Una collezione ricca di grafismi e stampe, elemento chiave della griffe, con ricami di paillettes e cristalli. In bianco, nero, verde smeraldo e oro rivivono frange e forme fluide degli anni 20 in seta, cotone e chiffon. Il 2011 la maison ha festeggiato il 90mo compleanno con l’apertura di un museo in Piazza della Signoria a Firenze e con la 1921 collection. Limited edition dal patrimonio Gucci, con versioni delle borse New Bamboo, New Jackie e Horsebit Chain. Non poteva mancare un omaggio al legame di Gucci col mondo dell’equitazione con Charlotte Casiraghi ambasciatrice d’eccezione. Ma le collaborazioni tra la griffe non finiscono qui, e a conferma della tradizione italiana le due collaborazioni con Fiat per la 500 e Riva per l'Aquarama firmati Gucci.






















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