Pochi come lei, la ultranovantenne Iris, hanno saputo creare uno stile così
particolare, per molti eccessivo, stravagante. Ma sicuramente unico,
difficilmente riproducibile del tutto, ma ispiratore.
Una mente geniale non ha età. Corporatura minuta, rossetto rosso,
occhiali da vista enormi e rotondi, abiti dalla forgia etnica mescolati con
capi haute couture: è l’eccentrica fashion guru americana di origine russa,
classe 1921 ed eternamente adolescente, Iris Barrel Apfel. Ama i jeans ma non
lo stile attuale; pensa che le celebrities contemporanee non sappiano vestirsi,
e a chi le chiede com’è nata la sua passione per il design che l’ha portata a
essere un’icona, risponde: “Da bambina ho sempre osservato come la mia mamma
elegante venerasse il suo altare di accessori. Come una stylist un po’
sciamana, che con la sua magia riusciva a trasformare il classico vestito nero
in un fantastico abito da cocktail.
I suoi talismani erano le scarpe, le sciarpe, le borse, le
cinture e soprattutto la sua collezione di bijoux, ninnoli e chincaglierie,
braccialetti e perline. Lentamente ho cominciato ad apprezzare il loro potere
di trasformazione, la loro capacità di evocare uno stato d’animo e di esprimere
una personalità individuale, di rendere importante chi li indossa”. Intorno a
questo pensiero gira il suo stile anticipatore di tendenze. Nata nel Queens, a
New York - il padre era un negoziante di vetro e la madre aveva una boutique di
moda - Iris studia storia dell’arte e si tuffa in una miriade di viaggi che la
portano ad ampliare gli orizzonti in fatto di stile e accostamenti estetici.
Nel 1948 fonda insieme al marito Carl Apfel la Old World Weavers, longeva
griffe di tessuti. Tra i suoi clienti: Estée Lauder e Greta Garbo. Ha
contribuito come designer d’interni a creare, a modo suo, lo stile
presidenziale, arredando la Casa Bianca per nove presidenti: Truman,
Eisenhower, Nixon, Kennedy, Johnson, Carter, Reagan e Clinton. È una donna
coraggiosa che sceglie e vuole sempre stupire; non ama la routine ma
stravolgere; e non conosce la pigrizia. Celebre agli esperti del settore per i
suoi accostamenti eccentrici, sceglie i macro gioielli, mescola capi di haute
couture a pezzi acquistati nei mercatini e può dirsi pioniera di questa
pratica.
I colori accesi e brillanti, oltre alle stampe importanti e
alle pellicce, completano lo stile e caratterizzano il personaggio che è
riuscito inconsapevolmente a creare, al punto che i grandi della moda nel 2005
le dedicano una mostra presso il Metropolitan Museum of Art di New York. Rara
Avis (Rare Bird): The Irreverent Iris Apfel, - questo il nome dell’evento - ha
portato in esposizione i suoi incredibili abiti e accessori, e ha aperto le
porte per la prima volta a un personaggio che non fa parte del fashion system,
ma che con il suo stile è stato in grado di dettar legge in materia di gusto,
in un paese, l’America, che nonostante la molta libertà non guarda ancora di
buon occhio le cose eccessivamente bizzarre. Eppure Ralph Lauren, dopo una
visita privata alla sua mostra, le chiese di lavorare per lui. E Dries Van
Noten, in occasione di una festa organizzata da Bergdorf Goodman, la volle come
unica e indispensabile ospite. Per rendere omaggio alla sua personalità, si
sono riuniti al Iris lovefest designer, film-maker, blogger e personalità, veri
e propri ammiratori di Iris che le hanno dedicato schizzi, disegni e pensieri.
Le dediche per Iris sono di: Bruce Weber, Duro Olowu, Bill Cunningham, Ruben e
Isabel Toledo, Max Osterweis ed Erin Beatty del brand Suno, Ari Cohen, Kim
Hastreiter, Linda Fargo, Harold Koda, James Gager, Rory Gevis, Albert Mayles e
Bradley Koplan.
Ricordando e ispirandosi alla mostra del Metropolitan, a
partire dall’ottobre 2011 Iris intraprende una nuova avventura: yoox.com dà una
vetrina speciale alla collezione di gioielli realizzata per l’occasione, pezzi
unici, originali ed eclettici composti da pietre, legno, resine, conchiglie, e
fossili che raccontano di viaggi e avventure. E intanto il brand di make up Mac
Cosmetics le ha dedicato una capsule collection vivace e trendy, proprio come
la testimonial: senza età, senza un confine certo.
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