La scarpa è un elemento fondamentale di ogni guardaroba, specialmente di quello femminile, fino a diventare un oggetto di culto. Una dolce tentazione per le innumerevoli shoe victim che popolano il nostro pianeta, categoria per la quale, collezionare calzature rappresenta sempre un buon investimento, a prescindere dal prezzo, molto più che accumulare abiti, poiché si possono indossare serenamente ogni volta lo si desideri: domani, la prossima stagione, tra cinque anni. Le scarpe sono uno status symbol di dichiarato richiamo sessuale, un vero mezzo di seduzione, la nostra scarpa dice al mondo chi siamo, da dove veniamo e soprattutto dove stiamo andando. Le scarpe giuste ci danno sicurezza, con un paio di tacchi ai piedi ci sentiamo più belle ed autorevoli, ci presentiamo al mondo con aria diversa, e siamo pronte a sfidarlo, eppure, sono “solo” un paio di scarpe!
Anche la donna meno vanitosa, almeno una volta nella vita, ha speso una fortuna per un bel paio di scarpe che, in parecchi casi, non calzavano per nulla come un guanto e non si conformavano minimamente al profilo del piede. In altri casi, non erano nemmeno del numero giusto. Ma tutto ciò non aveva importanza.
Accade spesso di acquistare un paio di scarpe con la stessa premeditazione con la quale fuggiremmo davanti ad un orso affamato che ci viene incontro, così, senza pensarci . Ci innamoriamo di quei meravigliosi sandali esposti in una vetrina del centro e non riusciamo a liberarci dal senso del possesso, come se fosse una questione di sopravvivenza (sì lo so, a volte lo è), perché un paio di scarpe nuove magari non può risanare un cuore infranto e lenire un mal di testa da stress ma, di certo può aiutare ad alleviare i sintomi o scacciare un pochino di tristezza. Purtroppo però diventa tragico se accade di scoprire, solo dopo averli riposti nella scarpiera, di non avere la minima idea di quando e come indossarli, oppure peggio, che non sono assolutamente nel nostro stile.
Se si desiderano modelli realmente collezionabili e indossabili nel tempo, non si devono osservare troppo le tendenze, nemmeno lesinare sul prezzo. Meglio possederne poche ma di ottima qualità e soprattutto adatte alla propria personalità.
Per non farsi imbrogliare quando si acquista un paio di scarpe che all’apparenza sembra un affare dal punto di vista del prezzo, tenete a mente questi piccoli accorgimenti: assicuratevi che la pelle sia abbastanza morbida, vi sconsiglio caldamente i materiali sintetici perché si rivelano sempre una pessima scelta. Controllate bene le cuciture, che non siano storte, che non ci siano grinze o rigonfiamenti. Se la pelle scamosciata risultasse crespa e dura, lasciate perdere, potreste rimanere a piedi alla prima pioggia, oltre ad indossare scarpe brutte da vedere. La punta delle scarpe di bassa qualità può risultare pesante e modellata male nel punto dove incontra la suola, mentre i tacchi sono spesso grossolani e, camminandoci sopra, emettono un rumore sordo (sì, anche questo fa la differenza).
Ricordate che la scarpa sbagliata, farà scivolare in basso perfino l’abito più bello e costoso del vostro guardaroba. Per guidarvi un pochino in questo apparentemente semplice ma in realtà complicato mondo, il cammino inizia da qui:
Ballerine:
fortunatamente non sono mai tramontate. Il
loro nome lo devono proprio alle scarpette da ballo, pensate da Rose Repetto, fondatrice
dell’omonima Maison parigina, che le
ideò per suo figlio, importante ballerino e coreografo. Furono
portate alla ribalta nel mondo della
moda da Brigitte Bardot agli inizi degli
anni 60, a lei fu dedicato il
modello “Cendrillon” (tuttora in
produzione), le indossò sul set del film cult “E Dio creò la donna” come simbolo
di una nuova concezione di stile e femminilità. Meglio evitare di portarle se la vostra forma fisica è bassa e robusta. Sono raffinate quelle in vernice portate con
un tubino nero, stile Catherine Deneuve nel film “Bella di Giorno”, oppure con fibbia e punta tonda portate con
gonne a ruota. Esprimono il massimo della loro bellezza indossate senza calze.
Ho buoni elementi per pensare che queste siano le calzature più odiate dagli
uomini ma, si sa, a loro piacciono solo
i tacchi a spillo.
Sneakers: al di
fuori del mondo dello sport, sono adatte allo street wear ed ai
look decisamente casual …punto!
Una volta si chiamavano scarpe da ginnastica o da tennis e avevano la gomma delle suole che puzzava.
Si indossavano per fare sport, perché furono inventate proprio per
questo. Le portavano i giovanissimi, le
rock star oppure si mettevano durante
lunghe camminate in campagna e gite fuori porta, nulla di più. Purtroppo da una quindicina d’anni a questa
parte, l’uso smodato di queste calzature,
fa sì che ce le ritroviamo anche nei luoghi dove meno ci si aspetterebbe di
vederle (ad esempio ai matrimoni), con
un conseguente imbruttimento stilistico, una totale perdita della classe fino ad arrivare al cambiamento morfologico del piede che, una
volta abituato a queste scarpe, non riuscirà più a tornare alle vere calzature, quelle con la suola di
cuoio. Parecchi importanti esperti di moda, proprio per il
loro abuso, le considerano una piaga dell’estetica contemporanea e, secondo
me, hanno ragione. I designer (grazie al cielo non tutti) hanno
intuito il potenziale economico del nuovo bisogno di comodità, e ce le stanno
proponendo come una nuova frontiera del vestire moderno a tutti i costi. Le
versioni più discutibili sono quelle
fintamente chic, quell’orrenda
via di mezzo tra scarpe da ginnastica e francesine stringate, preferite da impiegati
di banca e signore bene, quelle tutte logate
e le versioni deluxe in raso e vernice (…). Oppure quelle con i
rialzi di 4 o 5 cm sul tallone, che le fanno assomigliare a dei ferri da stiro.
Insomma, se deve essere sneaker, che sneaker sia, ma
quella vera però, bassa e dalle
caratteristiche fortemente sportive. Uno dei modelli più emblematici della
categoria, cioè la ALL STAR di Converse, l’anno prossimo compirà ben 100 anni.
Sandali: piedi
nudi o quasi, sono le calzature più
antiche della storia, lasciano scoperto il piede esaltandone la forma , a volte
un
vero mezzo di seduzione per tutte e quattro le stagioni . Attenzione,
indossatele solo dopo un’accurata pedicure.
Non sono indicate negli
eventi molto formali o nel mondo del
business. Si portano anche con le calze
(6 denari al massimo), ad eccezione per
i modelli molto eleganti, con pochi e sottilissimi cinturini che lasciano molto scoperto il piede. I diktat della moda degli ultimi tempi li vogliono, per le più eccentriche
fashioniste, portati con calzini corti
alla caviglia o gambaletti, in una
variegata possibilità di colori e modelli.
Infradito:
assolutamente informali, nascono come
calzature estive, prendendo ispirazione dagli zoccoli giapponesi chiamati
“zori”. Le prime erano in gomma dette anche flip
flop, tipiche dell’abbigliamento da spiaggia, anche se oggi le vediamo
passeggiare a tutte le ore per le vie
del centro città come se fosse il giorno di ferragosto sulle spiagge di Rimini; inutile ricordare che questo non è certo un segno di stile. Successivamente furono riprodotte in pelle,
cuoio ed altri materiale preziosi. Da portare di giorno ma, i modelli più
sofisticati sono adatti anche alla sera,
quelle dei mesi più caldi, abbinati ad
abiti fluidi e di tessuti leggerissimi. Sono assolutamente banditi dai look da lavoro ed agli eventi formali.
Zeppe: sono le scarpe con la suola alta per tutta la
lunghezza del piede, erano di moda soprattutto negli anni 40. Famosissime quelle di Salvatore Ferragamo che
le realizzò per la prima volta, in sughero nel 1938, periodo in cui, a causa
della guerra, i materiali pregiati scarseggiavano, e gli stilisti più bravi e
geniali, erano costretti ad inventarsi di tutto per fronteggiare questo grave
problema, per una questione di sopravvivenza aziendale. Manolo Blahnik le ritiene mostruose, fino a
vergognarsi di quelle che lui stesso disegnò negli anni 70, periodo in cui queste calzature (come gran parte della
moda anni 40) ebbero una vera e propria seconda epoca d’oro. Da portare di
girono, con abbigliamento sportivo ed
informale, belle con gli abiti in demin,
con i jeans a zampa e con i look in stile Woodstock. Attenzione: non
indossatele con abiti da sera o ad eventi formali.
Stivali: proposti
dai designer in mille varianti, bassi, alti, cuissardes (quelli che coprono il ginocchio), anckle
boots (alla caviglia), con e senza tacco, declinati nelle versioni più
agressive e sexy fino ai
mascolini anfibi ed ai diffusissimi bikers. Sono entrati prepotentemente nel nostro
guardaroba negli anni 60, da Barbarella in poi, e non ci sono più usciti. Sono molto versatili, ma attenzione allo
stile, ci sono stivali da giorno e modelli più sofisticati da portare con abiti
ricercati. Completamente sconsigliati nel look da gran sera e con gli outfit più delicati ed eleganti per le cerimonie. Non donano alla
figura di chi ha gambe corte.
Brevissimi consigli: Le scarpe con il cinturino alla
caviglia richiedono gambe lunghe e magre. Indossare un paio di scarpe di un colore più
chiaro rispetto al resto dell’outfit, farà sembrare la vostra immagine otticamente
più bassa e più larga. Provate a vestirvi di nero, mettetevi davanti allo specchio e
indossate prima un paio di scarpe nere e poi un paio di scarpe di un colore
molto chiaro o forte (giallo, bianco, rosso etc.), noterete che la vostra immagine
apparirà diversa. Attenzione, ho detto
scarpe PIU’ chiare rispetto all’outfit, non chiare in assoluto. Se siete completamente
vestite di bianco o di colori chiarissimi, anche la scarpa verde smeraldo o fucsia funzionerà
molto bene. Le scarpe color nudo, cioè
del colore della pelle, sono quelle che in assoluto allungano di più otticamente la gamba, naturalmente se portate
con i collant color carne o senza calze.
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