Largo indumento di origini preistoriche, fatto con la pelliccia di foca, di
caribù, di orso polare, di volpe, talvolta con pelle di salmone, è utilizzato
dalle popolazioni inuit del circolo polare artico: anche due per volta, uno
sull’altro. Il nome parka deriva
dal russo, e la versione odierna è in nylon, poliestere, lana, comunque
trattato in modo da essere impermeabile. Adottato dall’esercito americano
durante la seconda guerra mondiale, diventa giacca a vento per sciatori e poi
giacca in materiali tecnici, isolanti e resistenti: capo iconico, rivisitato e
adottato dagli sportivi durante le gare con le slitte tra Alaska e Canada,
confermando la resistenza anche a -30 gradi. In America c’è il parka
di Refrifiwear, creato nel 1954 per i lavoratori del Meatpacking District che lavoravano nelle celle
frigorifere delle fabbriche di lavorazione delle carni. In Inghilterra, lo
stesso parka entra a far parte, in qualità di giacca-manifesto, della corrente
giovanile Mod, Inghilterra anni Cinquanta. Abbreviativo di modernism, lo stile Mod si sviluppò a Londra nei
·
tardi anni cinquanta e nel decennio successivo. Il simbolo della Royal Air, spesso presente sui giacconi Parka, che
accompagnano abiti formali stretti, e l’immancabile Vespa o Lambretta come
unici mezzi di locomozione. Mod doveva essere il nuovo, apparire
differente ed essere riconosciuto per la sua moda di elite. Il nuovo stile fu
chiamato College Boy or Ticket. Look curato e musica pop, film
d'essai francesi e riviste di moda italiane, anfetamine, e notti intere a
ballare nei club. I parka, già comuni tra gli scooter boy, servivano per
proteggere gli abiti sartoriali durante gli spostamenti in
motorino. Torna, in una nuova declinazione, ad abitare il movimento
grunge, risposta americana dei tardi anni '80 al punk rock, promosso da gruppi
come i Nirvana o i Pearl Jam: jeans
rovinati e logori, maglioni trasandati, camicie canadesi, e giubbotti
parka. L’ondata caratterizza tutti i novanta, ma è in
questo millennio che il parka si ri-stabilisce a centro scena, a partire
dall’inverno 2003. In particolare, la trend setter Kate Moss,indossandone uno vintage su munigonna jeans e
stivali Vivienne Westwood, ne scatena la mania. Il look viene
adottato anche dall’attrice Sienna Miller,
compare in alcuni servizi fotografici nell’autunno di quell’anno, e da alcuni
abitanti del distretto W10 di North Kensington, una area di Londra, associata
alla cultura boheme sin dagli anni cinquanta. L’anno seguente, al Glastonbury Festival 2004, Sienna Miller sceglie un parka
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lungo e leggerissimo, quasi una kway, sottilissimo, lungo e abbondante,
maschile come un parka. Mentre Kate Moss indossa
un giubbottone in telaccia blu, jeans e cappello con visiera, rayban a goccia,
borsa borchiata. Di conseguenza, dalla primavera del 2005, abiti boho-chic
cominciarono ad aprire in ogni negozio di Londra e del Regno Unito. Le aderenti
a tale moda, spesso chiamate Siennas, si
distinguono per gonnesvolazzanti e gilet coperti di
pelliccia, stivali da cowboy e cardigan larghi, leggings e calze senza piedi,
parka su tutto. Le intepretazioni sono molto personali, qui ne
ripercorriamo alcune. Glastonbury 2005: Keira Knightley nascosta da un berretto lana e
occhialoni da sole, in vista solo il verde militare della giacca. Pixie Lott spolverino estivo kaki, cintura oro in
vita, bandana in testa. 2007, V Festival. Un
modello corto e nero sull’abito gonfio, da ballo, di Corinne Bailey. Un super classico, taglio sportivo e
maschile, su Miquita Oliver, jeans e maglia nera
sotto. V festival 2008. Nero come i jeans, con tasche da
pescatore, di Alexa Chung. Da soldato, con
foulard hermes al collo, e un altro in testa, maglia a righe e smalto
rosso: Michelle Keegan. Stella McCartney con il
marito Alasdhair Willis arriva al festival musicale di
Glastonbury con un parka sottilissimo, in tela paracadute, indossato come un
miniabito: taglio impero e tagli sulle spalle. E ancora, colte in strada. Taylor Momsen in vena sexy gotica, che accosta
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il parka a collarino in pelle, reggiseno in pizzo reggiseno in pizzo e
reggicalze. Taylor Momsen fuori dal set di Gossip
Girl, nel freddo di Manhattan: parka con collo di pelliccia,
minigonna, collant in pizzo, shatush a quadretti e biker boots. A Londra, Agyness Deyn in versione corvina raggiunge gli
studi del Nick Grimshaw`s show avvolta da un lungo parka oliva, il portafoglio
appeso al collo come una collana. Glastonbury 2010. Kate Moss insiste: parka verde militare, cowboy
boots e shorts di jeans, crocefisso dorato al collo. Inverno 2011,
un’esplosione. I parka Junya Watanabe:
lunghi e austeri, si trovano nelle versioni con doppiopetto e cintura in vita
che aumenta il fascino da divisa. Fay e Aquascutum,
invece, presentano modelli da Sherlock Holmes, con mantellina copri spalle,
collo alto e linee minimali. Burberry London traveste
il classico trench, e lo trasforma con un imponente collo in pelliccia. A
New York, si copre e ricopre la donna in modo da proteggerla da vento, neve,
pioggia e gelo. Alexander Wang, tra pelle, tessuti
tecnici, abiti in cui la maglieria si trasforma magicamente in seta, parka e e
moltissimi imbottiti, compreso un divertente smoking, presenta occhiali con le
stanghette ricoperte di pelliccia. Scalda con femminilità sportswear anche Joseph
Altuzarra: sottoveste di seta, gonne in tweed e parka militari, passerella
neogrunge. La linea Burberry Prorsum,
invece, sfila pesanti parka rivestiti in
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montone che sommergono e riparano le modelle. D’altronde, è di pochi mesi
la campagna Burberry che lancia i nuovi parka, testimonial Emma Watson. Più urbano, corto con dettagli in
tweed, su una gonna di lana con stivali alti, il parka Sportmax. Rochas e Marc by Marc Jacobs lo presentano con
bottoni ed elastico in vita, rivestimento in pelo e maxi tasche. Da abbinare,
nel caso di Marc Jacobs, con un bel colbacco. La catena H&M, dal canto suo, ne ha messo in vendita più di un
modello.
Caspita il mio giaccone invernale è proprio un parka, stile boho , come hai fatto a inquadtarmi così in fretta? Complimenti! !
RispondiEliminaGrazie!!!!
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